I comuni del Salento sono nella grande maggioranza caratterizzati da centri storici di origine medievale e moltissimi conservano ancora le mura, le porte antiche spesso anche con i torrioni. Inoltre è possibile incontrare, soprattutto in riva al mare, resti di torri di avvistamento facenti parte anticamente di sistemi difensivi organizzati dai comuni stessi. Nel territorio salentino questo patrimonio architettonico, che rispecchia nella sua ricchezza la frammentazione politica del passato, appare di particolare importanza se si unisce alle tradizioni storiche e culturali delle varie cittadine.
In particolare, Presicce ha avuto la fortuna di essere la dimora di principi e conti che hanno lasciato rilevanti tracce nel territorio, e qui una delle manifestazioni religiose più sentite e rinomate, è quella in cui si ricorda Sant’Andrea, il patrono dei pescatori, che Gesù benedisse dicendogli “Tu sarai una colonna di luce nel mio regno”. Predicò il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale e a Patrasso in Grecia subì il martirio per crocifissione, il 30 novembre dell’anno 60 d.C., appeso con funi a testa in giù, secondo una tradizione, a una croce in forma di X, quella detta poi “croce di Sant’Andrea”. Nel 1206, le reliquie vennero trasferite in Italia ad Amalfi tranne il capo che restò a Patrasso; nel 1460 il capo dell’Apostolo venne portato da Patrasso a Roma, e nel 1964, di nuovo a Patrasso.
Uno dei monumenti più belli è la colonna di S. Andrea in piazza Villani, dove la manifestazione si svolge anno dopo anno, che testimonia la ricchezza architettonica del centro storico: è di fronte alla chiesa Madre e venne edificata nei primi anni del Settecento dalla nobile famiglia dei principi Bartilotti.
In stile barocco, è costituita da un alto fusto con capitello su cui è posizionata la statua del santoal disotto sono presenti quattro fiugure femminili che simboleggiano le quattro virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza.
Il 29 e 30 Novembre a Presicce si terrà la festa patronale, e uno dei momenti salienti sarà la partenza della processione dalla Chiesa Madre: ogni cittadina spesso elabora alcune procedure cerimoniali particolari per celebrare una ricorrenza religiosa perchè le cerimonie rinsaldano il senso di appartenenza alla comunità religiosa e creano un senso di continuità con la tradizione passata, oltre a fornire delle occasioni di socializzazione per i membri del gruppo. La processione in onore di Sant’Andrea vede la partecipazione dell’intera comunità di Presicce, in un rito molto sentito. Le tradizioni popolari, insieme di credenze, usanze, comportamenti sociali tramandati per generazioni, sono profondamente e rapidamente cambiate con il radicale mutamento delle condizioni di vita, ma questa processione resta col suo fascino immutato nel tempo.
Altri otto comuni provenienti da tutta l’area meridionale (dal Lazio,dalla Campania,dalla Calabria), accomunati a Presicce per il culto di S. Andrea, giungeranno con delle delegazioni perchè prima che il ricco patrimonio di tradizioni legate a Sant’Andrea scompaia, si cerca di recuperare e valorizzare il senso della tradizione in questa festa.
La festa di Sant’Andrea, è anche popolare, e la fiera che la caratterizza, ne è testimone; inoltre “la notte del tamburello”, si esibiranno i tamburellisti che per giorni animano le vie di Presicce, suonando melodie salentine: lo strumento utilizzato per accompagnare il rito del ballo della taranta,tipico salentino, è il infatti tamburello leccese, che viene suonato con una tecnica particolare, dando il ritmo di base, con la percussione e i sonagli.
Tra specialità culinarie e stand enogastronomici, la “focaredda” sarà la grande protagonista: si tratta di un immenso falò acceso per l’occasione. A Presicce, al fuoco viene ancora attribuita una funzione magica, è il mezzo con cui l’uomo esprime il suo bisogno di dominare le forze della natura ed esorcizzare l’ignoto. Da tempo immemorabile, i contadini hanno usato accendere dei falò in determinati periodi dell’anno per propiziare un’annata di buoni raccolti e scacciare i mali.